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La Settimana delle Residenze Digitali – Edizione 2024

dal 28 novembre all’1 dicembre

Da giovedì 28 novembre a domenica 1 dicembre torna la Settimana delle Residenze Digitali, l’occasione per assistere alla prima restituzione, online e/o in presenza, dei progetti artistici vincitori del Bando delle Residenze Digitali, call che ogni anno, dal 2020, supporta artiste e artisti nell’esplorazione dello spazio digitale. Sono 4 i progetti artistici che verranno presentati a novembre: Non Player Human del danzatore Simone Arganini e del designer digitale Rocco Punghellini, una performance interattiva su Twitch che, attraverso la figura del “Non-Playable-Character”, porta in scena le tensioni esistenziali dell’essere umano, interrogandosi sulle dinamiche relazionali e di potere che si creano in presenza di un soggetto controllato in un contesto di live-stream; Radio Pentothal, dell’attore e regista Ruggero Franceschini, è una radio ispirata dal personaggio di Andrea Pazienza e dalla storica Radio Alice, i cui contenuti sono generati da un programma di intelligenza artificiale addestrata con materiali della controcultura degli anni ‘70; Spazio latente di Filippo Rosati, fondatore di  Umanesimo Artificiale, è un’esperienza digitale immersiva che porta il pubblico in un teatro anatomico virtuale dove l’innesto di un impianto cerebrale consentirà la modifica da parte del pubblico delle memorie del paziente, un lavoro che s’interroga sul rapporto tra tecnologia, arte e coscienza umana; Metabolo II: Orynthia di Valerie Tameu è un rituale cyber-magico, in cui il movimento del corpo umano, quello di un biota acquatico e un software di intelligenza artificiale collaborano per dare vita a un’entità numerica, una figura ispirata alla leggenda della Mami Wata, divinità acquatica mutaforma dell’Africa occidentale ed equatoriale.

“La quinta edizione della Settimana delle Residenze Digitali porta all’attenzione di pubblico e operatori quattro artisti fortemente motivati a lavorare nello spazio digitale online, con progetti realizzati dal vivo che domandano allo spettatore una partecipazione relazionale e interattiva: sempre più il nostro lavoro si avvicina agli obiettivi che avevamo pensato quando lo abbiamo avviato nel 2020, ovvero aprire nel panorama teatrale e coreografico italiano uno spazio che prima non c’era” – dichiarano Lucia Franchi Luca Ricci, direttori generali dell’Associazione CapoTrave/Kilowatt e coordinatori insieme ad Armunia del network Residenze Digitali. 

Residenze Digitali nasce da un’idea del Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), in partenariato con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora │ La Corte Ospitale), l’Associazione ZONA K di Milano, Fondazione Piemonte dal Vivo – Lavanderia a VaporeC.U.R.A. – Centro Umbro Residenze Artistiche, a cui si sono aggiunte quest’anno due nuove realtà: il Centro di produzione di danza e arti performative Fuorimargine, in Sardegna, e l’Associazione Quarantasettezeroquattro (In\Visible Cities – Festival urbano multimediale) di Gorizia. 

Il processo di creazione artistica è stato seguito e supportato, in termini economici, tecnici, logistici e drammaturgici, dai partner di progetto e conta sulla collaborazione di tre tutor esperte della creazione digitale, a cui si aggiunge da quest’anno un quarto professionista: Laura GeminiAnna Maria Monteverdi, Federica Patti e Marcello Cualbu.

I progetti selezionati

NON PLAYER HUMAN
di SIMONE ARGANINI E ROCCO PUNGHELLINI

performer Filippo Arganini
regia, scrittura, live-stream
Simone Arganini, Rocco Punghellini

Nel 2023, uno dei fenomeni virali più peculiari è stato quello dei “real-world NPCs”. Il termine NPC è preso in prestito dal gaming e significa “non-playable-character”, a indicare un personaggio programmato per eseguire uno specifico task, ma privo di arbitrio. Questo parallelismo fra realtà e gaming, già osservato anni fa in forma di video-meme con gli “NPC Dialogues in real-life”, si è sviluppato a tal punto che oggi esistono gli NPC streamers, ovvero persone che eseguono prompt inviati dai follower in live-stream, in cambio di tokens, spesso con finalità erotiche o feticiste. Questo esempio, come altri, rivela il radicale cambiamento di paradigmi che stiamo continuamente sperimentando nella società post-digitale. Attraverso la figura dell’NPC gli artisti portano in scena le tensioni esistenziali più riconducibili all’essere umano, interrogandosi sulle dinamiche relazionali e di potere che si creano in presenza di un soggetto controllato, in un contesto di live-stream. 

Di fronte alle complessità di un presente in cui i paradigmi relazionali, tecnologici e identitari sono in continuo mutamento, Non Player Human è il tentativo dell’io di ridurre il suo campo di libertà fino a farsi oggetto, delegando a un pubblico sconosciuto e indefinito la possibilità di decidere collettivamente le sue sorti. Il performer si muove in un ambiente domestico, che si apre al pubblico in forma di live-stream interattivo su Twitch, durante il quale le scelte del pubblico influenzeranno l’andamento della performance. 

 Simone Arganini  studia danza contemporanea con Manfredi Perego e musica elettronica al Conservatorio di Parma e di Vicenza. È danzatore e autore di performance, oltre a occuparsi di sound design, composizione e programmazione di dispositivi interattivi per spettacoli teatrali. È membro di CollettivO CineticO.

 Rocco Punghellini  è designer digitale e sviluppatore web freelance, con una passione per la tecnologia e per le sue implicazioni sociali. Si forma in comunicazione visiva presso il Politecnico di Milano e il Royal College of Art di Londra.


RADIO PENTOTHAL
di RUGGERO FRANCESCHINI

concept e regia Ruggero Franceschini
drammaturgia Ruggero Franceschini e Sonia Antinori
con le voci di Alberto Baraghini, Angelo Callegarin, Paula Carrara, Claudia Gambino, Samantha Silvestri
sound design I Fidanzati della Morte
set design Kinga Kolaczko
foto Tommaso Girardi
creative developer Michele Cremaschi
tutor Marcello Cualbu e Anna Maria Monteverdi
con il supporto di MALTE, Sineglossa
un ringraziamento speciale a Bifo e Frank Precotto

Sopravvissuta agli sgomberi della polizia, Radio Pentothal ha attraversato i decenni inascoltata, e si risveglia ora: miscelando i discorsi di Bifo con un archivio del Movimento del ‘77, hackerando le IA testuali e riappropriandosi della tecnologia, tutte le domande del pubblico troveranno risposta. Basterà solo connettersi alle frequenze di Radio Pentothal. 

Questo progetto nasce da una libreria di famiglia, che è ferma a Bologna, 1977: le graphic novel di Andrea Pazienza o Max Capa, la guida su come fare una radio clandestina, i saggi filosofici di Bifo, le registrazioni di Radio Alice. La fertilità creativa della controcultura degli anni ’70 è un dataset prezioso per l’addestramento di un’intelligenza artificiale testuale: un LLM, Large Language Model, in dialogo con cui verrà creata una diretta radiofonica. La performance sarà accessibile al pubblico online. Prima e dopo la performance, la radio tornerà a trasmettere il cosiddetto “nastro continuo” (già utilizzato da Radio Alice), anch’esso creato precedentemente in collaborazione con il LLM. Pentothal è sia un personaggio inventato da Andrea Pazienza, che ritrasse perfettamente Bologna alla fine degli anni ’70, sia il “siero della verità”: ma cosa c’è di vero nelle informazioni che riceviamo?

 Ruggero Franceschini  si diploma nel 2014 alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano e lavora come attore in teatro e al cinema con Luca Ronconi, Declan Donnellan, Pappi Corsicato, Emilie Rousset, Federico Tiezzi, Giorgio Sangati, Rajeev Badhan, Francesca Merli… Nel 2016 consegue la laurea triennale in Lettere Moderne presso UNIMI, nel 2019 la magistrale alla CSM di Londra in Performance Design and Practice. Lavora come regista, sia in teatro che nello spazio pubblico, per TSV Teatro Stabile del Veneto, MALTE, eunemesi (IT), switchoffthelight (TW), Momentum (AT) e LUIT (FR).


SPAZIO LATENTE
di FILIPPO ROSATI / UMANESIMO ARTIFICIALE

concept e direzione artistica Filippo Rosati
R&D Umanesimo Artificiale
produzione operating system
studiotecnica Neve s.r.l.

È possibile essere liberi in un mondo in cui ogni esperienza, pensiero, identità è una costruzione artificiale? Ambientata in un futuro non identificato dove l’umanità ha perso il controllo ed è interamente governata dagli algoritmi, Spazio Latente immerge il pubblico in un teatro anatomico virtuale per un’esperienza digitale immersiva: un’operazione chirurgica di inserimento di un dispositivo impiantabile nel cervello di P1, il personaggio che ha deciso di farsi “hackerare” e innestare memorie ed esperienze di vita altrui, per recuperare una fiamma di vita nuova. Quali le conseguenze di questa scelta? 

Attraverso una diretta su Twitch, il pubblico potrà seguire in tempo reale l’operazione chirurgica e influenzare le funzionalità e i settaggi dell’impianto, “hackerando” il neuralink del paziente: gli spettatori potranno decidere post-operazione se archiviare tutti i ricordi precedenti o se eliminarne qualcuno. L’interazione avverrà tramite la chat e i sondaggi di Twitch. 

Il progetto invita gli spettatori a un viaggio oltre i limiti dello spazio fisico, superando le convenzioni del teatro tradizionale ed abbracciando tecnologia, arte e coscienza umana. Speculando su nuove forme di interfacce neurali, gli spettatori vengono immersi in una miscela dinamica di storytelling, gameplay interattivo e stimolazione sensoriale. La piattaforma online (spazio web 3D) funge da portale verso un mondo nuovo, fatto di esperienze progettate per affascinare i sensi e stimolare l’immaginazione. Ma oltre al semplice intrattenimento, Spazio latente funge anche da piattaforma per esplorare domande profonde sulla natura della coscienza, sull’identità e sulle implicazioni etiche delle neurotecnologie emergenti. Essendo parte attiva dell’azione performativa, i partecipanti sono incoraggiati a contemplare le implicazioni di un mondo in cui i confini tra digitale e organico sono sempre più sfumati. 

 Filippo Rosati  è fondatore di Umanesimo Artificiale, realtà che lavora con tecnologie esponenziali in campo artistico e opera in tutto il mondo dall’Italia, con una rete di partner europei. Umanesimo Artificiale nasce con l’intento di indagare cosa significa essere umani nell’era dell’intelligenza artificiale. Promuove il pensiero creativo-computazionale attraverso il canale delle arti digitali e dello spettacolo, e sensibilizza verso una relazione fertile tra artisti e nuove tecnologie.


METABOLO II: ORYNTHIA
di VALERIE TAMEU

creative technologist Michele Cremaschi 
sound design Michele Mandrelli
produzione Residenze Digitali coproduzione Sineglossa 

È un rituale cyber magico, una pratica techno-spirituale in cui il movimento del corpo umano, quello di un biota acquatico e la tecnologia avanzata si intrecciano per dare vita a un’entità numerica ispirata alla leggenda di Mami Wata, divinità acquatica mutaforma dell’Africa occidentale ed equatoriale. L’intelligenza artificiale utilizzata viene addestrata su danze e rituali futuristi, evocando questa creatura ibrida che, fondendo elementi umani e marini, prende forma durante la performance come un essere alieno, per poi dissolversi in una presenza fluida e viva sul web. Nel 2024, Metabolo II: Orynthia si espande verso l’esplorazione dei mondi sommersi, indagando l’impatto del colonialismo digitale e dell’inquinamento tecnologico sui biomi acquatici. In risposta a queste forze di sfruttamento, ci si ispira a movimenti come l’africanfuturism e il black quantum futurism, cercando nuovi miti e narrazioni che, attraverso la lente della fantascienza e del fantastico, offrano prospettive alternative all’uso predatorio della tecnologia.

 Valerie Tameu  è artista e autrice nell’ambito della danza e della performance. Laureata in studi di danza presso la Facoltà di Cinema, Spettacolo, Musica e Media di Torino, si è formata collaborando con diverse artiste e artisti della scena italiana e internazionale. Crea e porta avanti i suoi progetti artistici in diversi contesti e realtà, spaziando dalla performance alle installazioni e ai progetti di ricerca, caratterizzati da un approccio ibrido ed esplorativo. La sua ricerca riguarda il rapporto tra memoria e immaginazione, mentre la sua pratica artistica fonde creativamente corporeità, idee, teorie e allucinazioni.